Volkswagen, storico produttore del mondo Automotive, sta affrontando una delle crisi più gravi della sua storia, annunciando migliaia di licenziamenti e una riduzione del 10% degli stipendi per 140mila lavoratori, secondo quanto rivelato dal Consiglio di fabbrica.

La crisi dell’azienda, uno dei pilastri dell’industria automobilistica tedesca, ha radici profonde. Il crollo del 20% delle vendite in Cina – mercato chiave su cui l’azienda ha investito massicciamente – ha rivelato la vulnerabilità della strategia di espansione a fronte della concorrenza locale agguerrita. A peggiorare la situazione, gli errori strategici e le decisioni sbagliate accumulate negli ultimi anni hanno portato a una ristrutturazione considerata inevitabile.

Il rallentamento delle vendite in Europa, inferiori di circa un quinto rispetto ai livelli pre-pandemia, e il ritardo nella transizione verso i veicoli elettrici hanno ulteriormente aggravato la posizione dell’azienda. La crisi di Volkswagen è vista come un segnale di allarme per l’intero comparto automobilistico europeo.

Anche altri produttori stanno affrontando sfide significative: Mercedes-Benz ha registrato un calo del 13% delle vendite in Cina, mentre BMW deve far fronte a un costoso cambio che coinvolge 1,5 milioni di auto. Stellantis sta faticando sul mercato statunitense. L’intero settore lamenta costi crescenti per l’energia e il personale, con richieste di interventi più decisi da parte dei governi e dell’Unione Europea per sostenere la competitività.

Redazione Assodel

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