La crescita economica della Cina scende al 6,8% nell’ultimo trimestre 2015, con l’indebolimento del commercio e dei consumi, trascinando la crescita annuale al livello più basso degli ultimi venticinque anni, con un +6,9%. Il trend positivo cinese è diminuito costantemente nel corso degli ultimi cinque anni, e il Partito comunista ha dimostrato di provare a prendere le distanze da un modello logoro basato su investimenti e commercio, per indirizzarsi verso una crescita trainata dai consumi e i servizi interni.
La crescita degli investimenti in fabbriche, abitazioni e altri beni immobili si è fermata al 12%, in flessione di 2,9 punti percentuali rispetto al 2014. Le esportazioni nel mese di dicembre si sono ridotte dell’1,4% rispetto all’anno precedente, mentre sono diminuite del 7,6% su base annua. La crescita è stata in linea con le previsioni del settore privato e l’obiettivo ufficiale del Partito Comunista, intorno al +7% annuo. Gli economisti si aspettano per il 2016 un’ulteriore diminuzione della crescita cinese, con il Fondo monetario internazionale che prevede un +6,3%.