Il mercato dei progetti di Industria 4.0 (tra soluzioni IT, componenti tecnologiche abilitanti su asset produttivi tradizionali e servizi collegati) in Italia nel 2016 vale circa 1,7 miliardi di euro, di cui l’84% realizzato verso imprese italiane e il resto come export, a cui va aggiunto un indotto di circa 300 milioni di euro in progetti “tradizionali” di innovazione digitale.

A pari perimetro rispetto alla misura dello scorso anno, il mercato è in crescita del 25%, anche se il vero potenziale appare ancora nascosto perché alcune imprese per definire gli investimenti hanno atteso la pubblicazione del Piano Nazionale Industria 4.0 e dei chiarimenti fiscali collegati.

Per questa ragione, le aspettative sono ancora più forti per il 2017: guardando al primo trimestre trascorso, le imprese stimano un tasso di crescita del 30% rispetto al 2016 e, se questi numeri saranno confermati a fine anno, in due anni l’Italia avrà quasi raddoppiato gli investimenti per la trasformazione digitale, recuperando il ritardo rispetto alle situazioni internazionali più mature, con il rischio concreto però di un eccesso di domanda rispetto alla capacità di consegna dei fornitori.

Aumenta il livello di conoscenza su Industria 4.0: su un campione di 241 imprese manifatturiere, solo l’8% dichiara di non conoscere il tema (un anno fa era il 38%), il 41% ha letto articoli online, il 32% ha partecipato ad eventi sull’argomento e il 28% sta valutando di fare qualcosa, mentre un altro 28% ha già avviato l’adozione di soluzioni.

Il fervore dello scenario italiano è testimoniato da una media di 3,4 applicazioni già adottate da ciascuna azienda, soprattutto su tecnologie di Industrial IoT e Industrial Analytics, con una situazione in realtà molto differenziata: il 25% delle imprese più attive ha già 5 o più applicazioni avviate, mentre l’ultimo 25% ne ha avviata una o nessuna.

Risulta buona anche la conoscenza del Piano Nazionale Industria 4.0: solo il 16% delle imprese del campione non ne conosce le misure.

Tra chi lo conosce, il 52% ha deciso di usufruire del superammortamento al 140%, il 36% dell’iperammortamento al 250%, mentre il 29% utilizzerà il credito di imposta per ricerca e sviluppo, il 7% compirà investimenti in startup.

Nel complesso, il 73% delle imprese investirà in beni strumentali, il 61% in beni immateriali, il 43% in dispositivi di Advanced HMI o soluzioni di ergonomia-sicurezza e il 30% in sistemi per l’assicurazione di qualità-sostenibilità.

Un quarto delle imprese approfitterà delle agevolazioni del Piano investendo oltre un milione di euro: nel dettaglio, il 17% dichiara di voler investire fino a 300 mila euro, l’8% tra 300 e 500mila euro, il 7% tra 500mila e 1 milione di euro, un altro 7% tra 1 e 1,5 milioni di euro, il 6% tra 1,5 e 3 milioni di euro, il 13% oltre 3 milioni di euro.

Emergono anche alcune indicazioni per avvicinare il Piano ai bisogni delle imprese: in particolare, il 29% suggerisce incentivi per corsi di formazione 4.0 e il 25% incentivi per le assunzioni necessarie a colmare il gap di competenze.

Sono alcuni dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Industria 4.0 della School of Management del Politecnico di Milano (www.osservatori.net) presentata al convegno “Industria 4.0: la grande occasione per l’Italia”, che si è tenuto a Milano presso l’Auditorium di Assolombarda.

Le tecnologie

“La quota più importante del mercato di Industria 4.0 ovvero il 63% pari a circa 1 miliardo di euro, è legata ai progetti di connettività e acquisizione dell’Industrial Internet of Things – rileva Giovanni Miragliotta, Direttore dell’Osservatorio Industria 4.0 –, seguito dall’Industrial Analytics (20%, pari a 330 milioni di euro), dal Cloud Manufacturing (9%, 150 milioni di euro) e dall’Advanced Automation (sistemi di produzione e di movimentazione autonomi e collaborativi, con una quota dell’8% pari a 120 milioni di euro”. Cresce l’interesse per l’Advanced Human Machine Interface (wearable e interfacce uomo/macchina come display touch, scanner 3D, visori per la realtà aumentata), che per il momento rappresenta ancora solo l’1% del mercato.

Le startup


Sono 245 le startup finanziate a livello internazionale nate dal 2011 al 2015 attive nell’ambito dell’Industria 4.0, capaci di raccogliere finanziamenti complessivi per oltre 2 miliardi di dollari. Il censimento realizzato dall’Osservatorio Industria 4.0 rivela un numero di nuove imprese in crescita del 15% rispetto allo scorso anno, di cui circa metà propone soluzioni Cloud e Analytics (rispettivamente 30% e 20%) e l’altra metà si distribuisce tra soluzioni di Industrial IoT, Advanced HMI, Advanced Automation e Additive Manufacturing.

Il Nord America si conferma la culla ideale per la nascita e la crescita delle startup, con 136 nuove imprese nell’Industria 4.0, il 55% del totale, e il 71% dei finanziamenti totali ricevuti, ovvero oltre 1,4 miliardi di dollari: i finanziamenti medi delle startup nordamericane sono maggiori oltre 3 volte rispetto alle cugine europee (10,9 milioni di dollari per le nord-americane e 2,9 per le europee).

L’Italia ospita 24 startup (circa il 30% delle 80 censite nel Vecchio Continente), ma con finanziamenti medi al di sotto della media continentale.

Tra le nuove soluzioni italiane si segnalano a Milano la piattaforma Cloud sviluppata da Else CORP, realtà̀ orientata alla “Mass Customization”, a Trieste le soluzioni IoT e di Advanced HMI di IDX, a Cosenza la soluzione IoT per la localizzazione indoor degli operatori addetti alla manutenzione 4.0  di GiPStech.

Redazione Assodel

ASSODEL (Associazione Distretti Elettronica – Italia)

CF: 97719890150