Ordini e richieste sono in crescita, anche se ci sono grosse difficoltà nelle consegne, da qui la necessità di rivedere il modello della supply chain.
Questo è l’argomento più gettonato emerso nella tavola rotonda organizzata da Assodel lo scorso 29 marzo con la partecipazione di oltre 20 manager (soci, CEM ed EMS).
Del resto è un dato di fatto che oggi il ruolo dell’Engineering & manufacturing solution Provider, (moderna definizione per il contoterzista) è ormai assai più prossima a quella del distributore di componenti di quanto lo fosse anni fa.
Nel contingente è ora divenuto loro (il non gradito compito) di assumersi oggi lo scomodo ruolo di mediare (o se preferite di essere un cuscinetto) di fronte al cliente (martello) – che chiede ed esige (perché ordina e “paga” ) e a dei fornitori sempre più (incudine) rigidi nelle loro policy: il più delle volte impartite dal Far East (ndr. oggi alcuni componenti hanno un tempo di consegna fino a 52 settimane)
Per meglio inquadrare il problema occorre prendere atto della forte crescita della domanda globale di elettronica che – partita con la fine del 2020 – ha creato colli di bottiglia e relative carenze di fornitura nei semiconduttori, che hanno già provocato interruzioni nella produzione automotive.
Altro punto: l’accumulo di chip durante il 2020 causato dalle sanzioni del governo degli Stati Uniti su alcune hi-tech mfg. Fattore che ha ulteriormente contribuito alle carenze in questione, come ormai segnalano i vari produttori di auto globali e i mfg di smartphone che risultano tra i segmenti del settore maggiormente colpiti dallo shortage. (fonte IHS Markit)
Non ci sono soluzioni né semplici nè facili.
La “guerra” dei semiconduttori. Quando finirà? Quali le cause?
Class CNBC – il canale di economia e finanza collegato a NBC, Dow Jones, General Electric e Mediaset –
ha intervistato Diego Giordani Direttore Assodel. Ascoltala qui!
Come l’esperienza ci ha insegnato, l’incremento delle capacità produttive dei semiconduttori richiede tempo per la sua realizzazione ed attivazione. Da qui la opinione comune ai molti analisti (maggiori) che prevedono come lo shortage potrebbe durare fino al terzo trimestre del 2021, quando la riallocazione della capacità delle fonderie e, forse, un certo raffreddamento della domanda di elettronica consumer dovrebbero portare maggiore stabilità in tutta la supply chain e relativi ripensamenti sulle possibili pianificazioni.
Se per caso non fosse stato preso ancora in considerazione, in questo mondo sempre più affollato e agguerrito la lotta sulla disponibilità di materie prime (componenti o vaccini disponibili) è ormai trasferita su un piano geo-economico ed internazionale. Ed anche la guerra sulle disponibilità di componenti elettronici critici è diventata così grave che sono in atto consultazioni di alto livello con Taiwan, Cina, Corea che hanno definitivamente coinvolto i maggiori organismi industriali e governativi delle principali economie industriali mondiali (compresi Usa e la Germania).
Solo una collaborazione a livello di filiera potrà aiutare a limitare i danni
La crisi pandemica ha comunque evidenziato che il tradizionale ciclo di fornitura a breve termine potrebbe nonessere più consono ai cicli di produzione e ai ritmi che il consumer impone ai produttori di chip.
Così la questione della gestione della supply chain diventa fondamentale sia per i distributore, sia per i contoterzista che deve portare a casa il materiale in ogni modo possibile, dopo aver promesso la completa flessibilità ai clienti.
Le differenze negli approcci non si notano quindi nel “ruolo” assunto nell’ambito della filiera, ma nella struttura e dimensione dell’azienda, infatti la politica di gestione della supply chain è diversa se si tratta di un’azienda privata, di stampo imprenditoriale o di una corporation quotata in borsa, soggetta a logiche finanziarie di altro genere e livello.
Se infatti consideriamo quest’ultimo modello (corporation) possiamo affermare oggi che Arrow e Avnet, i maggiori distributori sul mercato, oggi hanno meno della metà del loro fatturato che arriva dalla vendita dei semiconduttori. Allo stesso modo i più grandi CEM ed EMS sul mercato: Jabil, Flex, ecc. hanno potuto investire, negli ultimi tre anni, decine di milioni di euro per far stock in magazzino, al fine di proteggersi dalla situazione provocata dalla instabilità di supply chain e per garantire proprio i clienti dell’Automotive, che non digeriscono la fornitura dalla Cina proprio per il potenziale ricatto che possono esercitare i fornitori, oltre le questioni logistiche di consegna e tempi.
Altro modello quello offerto dalle realtà più legate al territorio e/ gestite da imprenditori, più focalizzati sul margine piuttosto che sul fatturato e con clienti più fidelizzati, perché alla ricerca di competenze specifiche nel proprio settore verticale.
Questo tipo di aziende sta lavorando da anni sull’ottimizzazione della catena fornitura e costi, domandandosi se comprare in diretta o comprare in distribuzione, considerando anche che per molti clienti i tempi di pagamento sono fondamentali. Da qui l’esigenza di una forte collaborazione tra distributori (piccoli, verticali, specializzati) e CEM-EMS (con competenze specifiche in mercati verticali) per aiutarsi a bilanciare l’esigenza del cliente medio italiano, con tempi di pagamento lunghissimi, non gestibile con l’acquisto diretto su certi fornitori.
La “guerra” dei semiconduttori. Quando finirà? Quali le cause?
Class CNBC – il canale di economia e finanza collegato a NBC, Dow Jones, General Electric e Mediaset –
ha intervistato Diego Giordani Direttore Assodel. Ascoltala qui!
Lo shortage finirà con l’estate!
Questa affermazione è stata fatta in occasione dell’incontro organizzato da Assodel lo scorso 29 Marzo, proprio da Luca Giovelli (responsabile del gruppo PCB in seno all’Associazione) “... fino agli inizi dell’estate la situazione sarà critica, sia per prezzi, che continuano a salire, sia per consegne…probabilmente sui prodotti più standard dovrebbe esserci una stabilizzazione a maggio, per poi con l’avanzare dell’autunno andare a migliorare”.
Anche IHS Markit, che ha analizzato la situazione dei chip dall’aprile 2020, si aspetta che l’intera supply chainintroduca cambiamenti negli approcci alla gestione delle scorte per essere meglio preparata in futuro:“La causa di questa problematica situazione è il risultato della crescente domanda da parte degli OEM e dell’offerta limitata di semiconduttori, e non sar risolta fino a quando entrambe le forze non saranno allineate.
“Per questo non possiamo attenderci cambiamenti se non nella seconda parte dell’anno”, ha affermato Phil Amsrud di IHS Markit