L’equo compenso per copia privata si modifica leggermente al ribasso ma fa aumentare gli introiti di SIAE, stimati a 150 milioni di euro!
Nel 2009, con Bondi, la battaglia fu persa… nel 2014, con Bray e Franceschini, pure! Quest’ultimo – ministro dei Beni e delle attività culturali – ha firmato il decreto che rimodula e aggiorna le tariffe che i produttori di dispositivi tecnologici dovranno corrispondere agli autori e agli artisti per la concessione della riproduzione a uso personale di opere musicali e audiovisive. In particolare sale a 4 euro la quota per smartphone e tablet da 16 GB, a 0,36 euro quella per le memory card con 4 GB di capacità e a 0,20 euro per i dvd (vedi tabella).
Oggetto di imposizione | Compenso |
Smartphone (8/16/32GB) | 3,00/4,00/4,80€ |
Mobile Phone (1GB) | 0,50€ |
Tablet (16GB) | 4,00€ |
PC | 5,20€ |
USB Stick (4GB) | 0,40€ |
Memory Card (4GB) | 0,36€ |
CD (700MB) | 0,10€ |
DVD (4,7GB) | 0,20€ |
Le reazioni del mondo imprenditoriale
I dati non sono ancora completi e esaustivi, si dovrà attendere Confindustria Digitale, che, nel dirsi indignata per la decisione del ministro, ha annunciato che valuterà se impugnare il provvedimento non appena ne sarà disponibile il testo integrale e ha anticipato di ritenere indispensabile un urgente revisione radicale della disciplina della materia.
“Riteniamo l’aumento del compenso per copia privata annunciato dal ministro Franceschini non solo una misura del tutto ingiustificata rispetto agli attuali trend tecnologici e di consumo – ha detto Elio Catania, presidente di Confindustria Digitale – ma anche un segnale in contrasto con l’esigenza, riconosciuta prioritaria dallo stesso governo Renzi, di favorire l’innovazione digitale nel Paese”.
Il decreto varato dal ministro Franceschini – secondo Confindustria digitale – farà arrivare il valore complessivo del prelievo da equo compenso per copia privata oltre i 150 milioni di euro, con un aumento di due volte e mezzo rispetto a quello annuale registrato sin qui. E’ una cifra astronomica, e Confindustria Digitale non ha timidezze né esitazioni nel dire che toccherà ai consumatori pagare, giacché le imprese del settore non sono in grado – né ritengono di avere il dovere – di assorbire aumenti tanto salati rispetto alle tariffe già in vigore.
Franceschini e il presidente della SIAE, Gino Paoli, hanno dichiarato inoltre che si impegneranno affinché tutti i titolari dei diritti di copia privata impieghino l’aumento delle entrate “per la promozione di giovani autori e artisti e di opere prime”.
Franco Musiari