L’industria americana, parte essenziale di una riscossa economica che ha visto il Pil crescere del 5% nel terzo trimestre del 2014 si prepara al rilancio delle proprie aziende e attività piccole, medie o grandi, con un rientro in patria sempre più consistente.

Il fenomeno detto del “reshoring”, che interessa colossi quali Whirlpool, Ford e General Electric, ha chiuso il 2014 con oltre 300 casi di ri-localizzazione, con particolare interesse ai settori dell’elettronica e dei trasporti: un dato sorprendente, se si considerano i 64 rientri del 2011.

Tuttavia, dati alla mano, meglio evitare facili entusiasmi: un indicatore netto quale il Reshoring Index di AT Kearney, è sceso di 20 punti tra il 2013 e il 2014: se sono aumentate le aziende rientrate, è aumentato maggiormente il numero di coloro che hanno scelto la delocalizzazione. Con la Cina, gli Stati Uniti hanno un deficit di 3,2 milioni di posti di lavoro tra il 2001 e il 2013, secondo l’Economic Policy Institute.

Se è vero che la tendenza al reshoring ha aiutato a migliorare l’umore nel settore manifatturiero statunitense dopo la Grande Recessione – ha commentato Pramod Gupta, co-autore del rapporto Kearney – il valore d’importazione dei manufatti da 14 Paesi asiatici a basso costo è aumentato dell’8% in media negli ultimi cinque anni”. Una percentuale superiore al +6% registrato dall’output industriale degli USA.

Laura Baronchelli

ASSODEL (Associazione Distretti Elettronica – Italia)

CF: 97719890150