In un recentissimo report intitolato “Mapping the real route of trade in fake goods”, l’Ocse, l’Euipo (l’Agenzia Ue per la tutela della proprietà Intellettuale) ed Europol hanno tracciato le rotte commerciali internazionali dei prodotti contraffatti nel mondo.
Contraffazione e pirateria, insieme, hanno un giro d’affari di 460 miliardi di dollari l’anno e l’Italia è il secondo Paese più colpito al mondo, dopo gli Usa e davanti alla Francia. I beni contraffatti corrispondono al 2,5% dei beni totali importati a livello globale.
Dei falsi contraffatti nel mondo, più di un quarto (per un valore di 121 miliardi) sono prodotti di elettronica e telefonia.
E se i prodotti più contraffatti – soprattutto quelli hi-tech – sono nel 20% dei casi (1 su 5) americani, l’Italia è seconda con il 15% (quasi 1 su 6). Seguono Francia, Svizzera (12%), Germania e Giappone (8%).
Secondo lo studio, in 9 settori su 10 i dispositivi contraffatti partono dalla Cina. In seconda battuta, India, Thailandia, Turchia, Malaysia, Pakistan e Vietnam.
I principali hub per lo smistamento sono Hong Kong, Emirati Arabi Uniti e Singapore, dove vengono importate grandi quantità di prodotti falsi a mezzo container che vengono poi spedite per posta o per corriere.
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