Secondo quanto previsto dall’Ocse per i Paesi del G20, il Pil dell’Italia crescerà dello 0,2% nel 2015 e dell’1% nel 2016. Il nostro Paese scende in fondo alla classifica, davanti solamente alla Russia che si colloca sullo zero.
Sebbene alcune nazioni stiano iniziando una lenta risalita, “la zona euro sta rallentando fino a fermarsi e rappresenta un rischio rilevante per la crescita mondiale, con la disoccupazione che resta alta e l’inflazione persistentemente lontana dall’obiettivo“, scrive l’Ocse nel Rapporto. Il capo economista Catherine Mann aggiunge che l’eurozona “corre il rischio di trovarsi una crescita zero e un’inflazione zero, cosa per cui l’Ocse è preoccupata, molto preoccupata“.
I Paesi del G20 restano vulnerabili sul fronte dei conti pubblici, e in particolare “nelle economie avanzate sono stati fatti pochi progressi nel ridurre i livelli elevati di debito pubblico e privato ereditati dal periodo pre-crisi, in parte perché la crescita è stata lenta e l’inflazione bassa – scrive la Mann nell’introduzione all’Outlook economico preliminare -. I livelli del debito restano alti per gli standard storici e il rischio di instabilità finanziaria rimane elevato”.