Cala la fiducia dei Ceo sulle opportunità di crescita globale dell’economia nel 2015, ma resta l’ottimismo per l’aumento dei propri fatturati. La 18a Annual Global CEO Survey di PwC riassume così l’esito del livello di fiducia sullo sviluppo globale e del proprio business di 1.300 CEO in 77 Paesi, diffusa in questi giorni al World Economic Forum di Davos in Svizzera.
Per quanto riguarda il mercato italiano, il 27% dei CEO pensa che il quadro macroeconomico migliorerà, contro il 43% registrato nello studio del 2014. I più “ottimisti” sono i manager dei Paesi emergenti come India, 59%, Cina, 46%, e Messico, 42%, con percentuali nettamente maggiori rispetto alle economie forti come USA (29%) e Germania (33%).
Crescita dei fatturati
Nonostante le previsioni poco rosee, il 39% dei Ceo intervistati a livello mondiale, resta fiducioso nella crescita del giro d’affari delle proprie aziende.
Il 20% degli italiani crede nella crescita del fatturato nel 2015, valore che sale al 94% sulle prospettive dei prossimi tre anni, valore massimo registrato negli ultimi 5 anni.
Dennis M. Nally, Chairman di PricewaterhouseCoopers International, ha commentato: “Mentre alcuni mercati maturi come gli USA sembrano in ripresa, altri come l’Eurozona continuano a dibattersi nelle difficoltà. Trovare il giusto equilibrio strategico per sostenere la crescita in un mercato che continua a cambiare come questo resta una sfida. La fiducia dei Ceo è in discesa specialmente nei Paesi produttori di petrolio, come conseguenza del calo dei prezzi del greggio. I Ceo russi, per esempio, erano i più fiduciosi nel 2014, quest’anno sono quelli con la minor fiducia in assoluto. La fiducia è crollata anche tra i Ceo di Medio Oriente, Venezuela e Nigeria”.
Cosa fa calare la fiducia
Prima fra tutte le preoccupazione dei Ceo a livello mondiale, la sovra-regolamentazione, citata dal 78% dei manager, seguita dalla disponibilità di competenze chiave (73%), deficit e debito pubblico (72%), incertezza geopolitica (72%), aumento della pressione fiscale (70%), cyber-minacce e carenze di sicurezza dei dati (61%, in rapido aumento dal 48% dello scorso anno), instabilità sociale (60%), il cambiamento dei comportamenti di acquisto (60%) e la velocità del cambiamento tecnologico (58%).
I Ceo italiani, in particolare temono:
- la capacità del governo di rispondere al deficit fiscale e al debito pubblico (78%)
- i rischi geopolitici internazionali (73%)
- l’aumento del carico fiscale (71%)