Durante l’evento “Strategie per la competitività: elettronica italiana verso il 2025” promosso da Assodel lo scorso 7 novembre, Alessandro Stanzini, Resp. Economic Research and Markets Strategy di Banca Aletti (Gruppo BPM) ha fornito una fotografia puntuale sull’andamento macro-economico e finanziario del nostro Paese.
Ecco quanto è emerso dal suo intervento.
2020-2024: un periodo da dimenticare
Dal 2020, con l’inizio della pandemia, abbiamo vissuto una serie di eventi molto negativi, che hanno reso questo quinquennio estremamente difficile.
Le elezioni di un nuovo Presidente degli Stati Uniti, l’economia più importante al mondo, ha però segnato l’inizio di un nuovo quinquennio, che speriamo possa definirsi “noioso” e fornisca la stabilità che serve a livello internazionale.
Passando ai dati economici, possiamo osservare che la crescita globale, seppur modesta, non è stata deludente. Anche se la crescita globale è attorno al 3%, ci sono significative dissonanze tra aree geografiche: gli Stati Uniti crescono bene, ma l’eurozona ristagna, trainata al ribasso da un’economia tedesca in forte difficoltà.
C’è poi da dire anche che le economie avanzate hanno accumulato un debito pubblico che si avvicina al 125% del PIL, un livello mai visto prima.
Crescita economica: Prospettive regionali
- Gli Stati Uniti crescono al 2,7% quest’anno e rallenteranno al 1,8% nel 2024.
- L’eurozona, invece, mostra numeri deboli: 0,7% nel 2023 e forse 1% nel 2024.
- L’Italia segue una traiettoria simile a quella dell’eurozona, con una crescita praticamente azzerata all’inizio dell’anno.
La produzione manifatturiera è in grande difficoltà. L’indice manifatturiero è al di sotto del livello di neutralità da mesi, con problemi che si riflettono in particolare nell’industria energivora, colpita dai costi elevati dell’energia. Al contrario, i servizi, più legati all’economia domestica, sono stati meno colpiti e mantengono un trend positivo, anche se in rallentamento.
Inflazione e tassi d’interesse in calo: un buon segno!
Dopo uno shock inflazionistico con tassi medi del 5% annuo, ora si registra un rallentamento. La riduzione dell’inflazione è una notizia positiva, anche se indica un’economia europea più debole.
La BCE ha già iniziato a ridurre i tassi e potrebbe intensificare i tagli se la situazione economica lo richiedesse.
L’Euribor, un indicatore importante per i prestiti, mostra prospettive favorevoli, con una discesa verso il 2%.
Le Sfide strutturali per l’Italia
L’Europa, tuttavia, deve affrontare i ritardi accumulati nella transizione ecologica e nella rivoluzione tecnologica. Inoltre, la perdita di competitività a livello internazionale pesa sulla forza intrinseca dell’euro. L’Italia, in particolare, soffre di problemi strutturali come l’alto costo dell’energia e un debito pubblico che limita le manovre fiscali.
PNRR e speranze per il futuro
Il PNRR rappresenta un’opportunità cruciale. Dobbiamo accelerare la spesa e raggiungere l’obiettivo di utilizzare 132 miliardi di euro entro il 2025. Se ben investiti, questi fondi possono rilanciare l’economia privata, facilitata dal calo dei tassi e dall’aumento dei redditi reali.
In Conclusione
Abbiamo di fronte un percorso sfidante, ma non mancano le opportunità per invertire la rotta. Con politiche adeguate, investimenti mirati e collaborazione internazionale, possiamo affrontare le difficoltà e costruire un futuro più stabile.