Linear Technology non cercava acquirenti quando Analog Devices ha offerto 14,8 miliardi di dollari per acquisire la società e la sua biblioteca di progetti di circuiti analogici e di conversione. Tuttavia, le aziende alla fine di luglio hanno annunciato che l’accordo era stato approvato da entrambi i consigli, firmato e inviato alle autorità di regolamentazione per il via libera finale.
Alla domanda di “come mai Linear ha accettato” la risposta sta nell’offerta: 10 volte i ricavi che Linear ha ottenuto nel suo FY2015 (1,475 milioni il dato in bilancio), uno dei multipli probabilmente più alti che si siano visti nel mondo dei semiconduttori. “Era una manna per gli azionisti e un’offerta superiore a ogni aspettativa, che non abbiamo potuto rifiutare.” ha commentato Bob Swanson, uno degli orgogliosi fondatori di Linear.
L’unione di due colossi
Sia Linear che Analog Devices sono giganti del mercato degli IC analogici e di conversione entrambi nella top-10 da poco stilata da IC Insights nel suo “The 2016 McClean Report”.
In questa classifica, che conteggia solo le entrate degli IC analogici, Analog occupa la quarta posizione con 2.665 milioni di dollari (dei 3.435 del suo ultimo FY2015) e Linear l’ottava, con 1.440 milioni (dei 1.475 del FY2015). La somma dei due – l’unione è prevista realizzarsi all’inizio del 2017 – porterà a un totale di 4.105 milioni che porteranno la nuova società in seconda posizione, scavalcando Infineon per almeno 1,2 miliardi di dollari e portando la sua quota di mercato prossima al 9%.
La fusione di queste due realtà ha, come tutte le unioni, aspetti positivi e zone d’ombra. Sono entrambi produttori di circuiti per la traduzione del mondo circostante in linguaggio digitale. Più dell’80% dei prodotti Analog sono dispositivi general-purpose usati in tutti i mercati ed è il più grande fornitore di convertitori di dati, mentre Linear si è più concentrata sul power management. Inoltre, per anni Linear si è costruita una reputazione come società guidata da ingegneri, dove il concetto di “lo produco anch’io” era aborrito e l’innovazione, il “di più”, veniva ricercato insieme ai clienti. Due culture che si devono incontrare.
Autore: Franco Musiari